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Benvenuto a te, tra i miei spentolamenti!

domenica 20 febbraio 2011

Seitan in salsa di limone e tamari

La domenica mi sveglio spesso con la voglia di cucinare. Mentre tutti dormono io mi rilasso tra una pentola e una padella. C'è silenzio, niente tv accesa, tanta concentrazione. Questa mattina ho preparato dei piccoli muffins al limone e il seitan per il pranzo.


Questo seitan non l'ho fatto io, ma l'ho acquistato. E' comunque biologico e di ottima qualità. Ne tengo un pò di scorta in casa, così se non riesco ad autoprodurlo non rimango senza. Infatti il seitan mi salva quando torno tardi da lavoro e sono stanca per mettermi a cucinare cose troppo elaborate.

Ingredienti:
4 fettine di seitan
farina q.b. (serve per impanare il seitan)
due cucchiai d'olio evo
succo di un limone
due cucchiai di salsa di soia tamari
acqua
cipolline borettane in agrodolce (opzionali)

Procedimento:
mettete l'olio in padella e fatelo scaldare. Intanto passate il seitan nella farina (io ho usato un avanzo di farina di riso integrale). Adagiate le fette di seitan nella padella e alzate la fiamma per qualche secondo, in modo da dare un bel pò di energia al vostro piatto. Girate le fette dall'altro lato e continuate la cottura a fuoco vivace ancora per qualche secondo. Poi aggiungete la miscela di succo di limone, salsa tamari e acqua q.b. per ottenere una tazza di liquido. Il liquido deve essere abbondante perchè sarà quello che poi formerà la succulenta salsina che vedete nella foto. 
Quindi, aggiunta questa miscela, coprite, abbassate la fiamma e fate cuocere per una decina di minuti, in modo che il seitan prenda bene tutti i sapori. Quasi a fine cottura togliete il coperchio e fate asciugare un pò il liquido, a fiamma alta. 
Io ho aggiunto delle cipolline in agrodolce fatte in casa, in primo piano nella foto che segue


Una precisazione: esistono due tipi di salsa di soia, la shoyu e la tamari. La prima si usa a crudo, per dare sapore al posto del sale, per condire un'insalata, aggiunta ad un risotto ecc... La seconda invece si usa in cottura. Ecco il perchè della scelta del tamari in questa ricetta. 

Muffins al limone

E dopo quelli all'arancia, ho fatto quelli al limone. Questa volta però ho usato una farina senza glutine, quella di miglio. Conosco diverse persone (fra cui anche dei bambini, lavorando io in un asilo nido) intolleranti o allergiche al glutine e molte si lamentano del fatto che i dolci che si trovano nei supermercati o in farmacia hanno ben poco di naturale, anzi, sono pieni di addensanti chimici e tante altre sigle strane che non dovrebbero essere sulle etichette di nessun prodotto! Un'alternativa interessante è acquistare gli alimenti consentiti nei negozi bio: quelli più grandi hanno una scelta abbastanza ampia. Però, cosa ancor più interessante è autoprodursi ciò di cui abbiamo bisogno o voglia :-)



Ingredienti:
una tazza di farina di miglio
3 cucchiai di fecola di patate
mezza tazza di zucchero di canna integrale bio
2 cucchiai di sciroppo di riso
il succo di due grandi limoni
1/4 di tazza di olio di semi di girasole bio
una puntina di vaniglia in polvere
una puntina di sale
una bustina di cremor tartaro 

Procedimento:
mescolare prima gli ingredienti secchi, poi fare la fontana e aggiungere gli ingredienti liquidi. Eventualmente usate una frusta per evitare che si formino grumi. Alla fine sciogliete il cremor tartaro in pochissima acqua tiepida e aggiungetelo all'impasto, mescolando dal basso verso l'alto per far incorporare ossigeno.

Mi raccomando: c'è una grande differenza tra malto di riso e sciroppo di riso che è fondamentale quando prepariamo dei piatti senza glutine. Infatti il malto può contenere glutine, mentre lo sciroppo no. Quindi fate attenzione quando lo acquistate. 
In quanto al cremor tartaro nei negozi bio si trova quello con la spiga sbarrata, quindi nessun problema. Idem per la fecola di patate.

Quello della foto non è un arancio, ma è proprio un limone! E' di una qualità che non conoscevo, forse innestata con la pianta dell'arancio, ed è grandissimo e pieno di succo! Ne hanno regalati 5 al mio babbo ed io li ho voluti provare subito :-)


sabato 19 febbraio 2011

Muffins all'arancia

Questa ricetta è nata dopo un esperimento che non mi aveva soddisfatto. Allora ho modificato gli ingredienti pensando a come poter rendere l'impasto più soffice. Volevo che venissero buoni perchè dovevano essere un regalo per la mia amica Marzia che qualche giorno fa mi aveva fatto una esplicita richiesta (e a me piacciono le richieste, così trovo il tempo di spentolare anche quando sono stanca e pigra!). 




Ingredienti:
1 tazza di farina di kamut bio
1/2 tazza di zucchero integrale di canna bio
1/3 di tazza di olio di semi di girasole
3 cucchiai di fecola di patate
1 tazza di spremuta d'arancia
1 puntina di sale
1 pizzico di vaniglia in polvere
la scorza grattugiata di un limone
2 gocce d'olio essenziale di limone
1 bustina di cremor tartaro

Procedimento:
prima di tutto ho spremuto delle arance del mio albero (le ultime purtroppo, per quest'anno) fino a riempire una tazza grande. La stessa tazza l'ho usata per la misura di tutti gli altri ingredienti.
In una terrina ho messo la farina, lo zucchero, la fecola, il sale, la vaniglia, la scorza del limone, l'olio essenziale (quindi gli ingredienti secchi), poi ho fatto la fontana al centro ed ho aggiunto gli ingredienti liquidi: olio e spremuta d'arancia. Ho mescolato per bene per non far formare i grumi e soltanto alla fine ho aggiunto il cremor tartaro (il nostro agente lievitante) sciolto in poca acqua tiepida. 
L'impasto era bellissimo, quindi ho dovuto per forza fare la "prova del dito". Prova ampiamente superata! 
Per cuocere i muffins ho messo dei pirottini di carta dentro gli stampini appositi e li ho riempiti per 3/4 (anche un pò di più in realtà). Non riempiteli completamente, altrimenti con la cottura esce tutto fuori! :-)
Li ho cotti in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Nella cucina c'era un buon profumino d'arancia.



Un consiglio: come per tutti i dolci, lasciateli raffreddare e poi riposare qualche ora prima di mangiarli, così potrete assaporarli in tutto il loro splendore!  Lo so che non è facile resistere alla tentazione di mangiare un dolce appena sfornato!

Una precisazione a cui tengo: solitamente evito di usare lo zucchero. Come dolcificante, su tutti, preferisco il malto di cereali. Però, quando si cucina, bisogna sempre tenere ben presente a chi è destinato il nostro piatto. Una persona che è abituata ai dolci industriali o a quelli casalinghi ma fatti con etti ed etti di zucchero, potrà trovare poco soddisfacente al palato un dolce fatto con il malto di cereali. E' normale. In questi casi preferisco usare dello zucchero, magari in una dose ridotta, e comunque sempre biologico. Perchè il problema dello zucchero non è soltanto l'effetto che ha sulla produzione di insulina, ma anche tutte le sostanze chimiche che ci buttano dentro durante il processo di lavorazione. 

Ovviamente potete sbizzarrirvi con le decorazioni, cosa che io non faccio quasi mai per questione di tempo e di praticità manuale. Ma imparerò presto :-) 


mercoledì 16 febbraio 2011

Innamorata delle Alpi Apuane

Insieme alla cucina e ai viaggi, l'altra cosa che veramente mi fa star bene è andare a fare trekking. Le lunghe passeggiate che ti tolgono il fiato e ti uccidono i muscoli delle gambe, ma che ti fanno rinascere e ti riconciliano con il mondo e con la vita. Questa è un'espressione che uso spesso quando devo descrivere a qualcuno la sensazione che mi dà camminare per i boschi, immergere gli scarponi nelle foglie secche dei castagni, fermarsi ad ascoltare il silenzio, sentire gli odori della natura. Da piccola andavo spesso in montagna con i miei genitori, forse è per questo che mi è rimasta la passione. Una passione che ho riscoperto da poco, tre anni circa. 
E' bello preparare la sera prima lo zaino, mettere dentro il pranzo al sacco, il coltellino milleusi, dono del babbo, per sbucciare la frutta, affettare il pane o per altre evenienze; è bello tirare fuori dalla scatola gli scarponi, i calzettoni da montagna, il pile e la borraccia. Studi il sentiero, vai a letto presto e quando suona la sveglia... in piedi scattante! 
E' il primo anno che riesco ad andare in montagna anche in inverno, perchè fortunatamente è stata una stagione poco piovosa e qui dalle mie parti non nevica quasi mai. Varchi la soglia di casa assaporando l'aria fresca del mattino. Quando arrivi all'inizio del sentiero ritrovi tutte le energie che una settimana di lavoro ti avevano tolto. Il cane, degno e felice compagno di camminate, scende dalla macchina e fa un giro di perlustrazione. Poi, come se avesse il navigatore incorporato, imbocca il sentiero e noi gli andiamo dietro. La prima mezzora è la parte più dura, poi le gambe si abituano e vai.... Ti godi il paesaggio, respiri aria buona, i polmoni si aprono. Ti fermi per un riposino, un minuto, e riparti. Trovi una fonte, riempi la borraccia di acqua fresca, saluti la persona che incontri sul sentiero (eh sì, perchè in montagna ci si saluta, c'è ancora questa buona abitudine di darsi il buongiorno e scambiare anche due parole!). Poi arrivi a destinazione: che sia un rifugio, la vetta di un monte, una grotta o altro, ti senti in pace con te stesso, ti senti più leggero. E anche affamato. Allora tiri fuori il tuo vegan pranzo al sacco e mangi, seduto su un sasso, nel mezzo ad un prato, sotto una croce, dove prima di te hanno mangiato tante altre persone, con le loro storie e i loro pensieri.
Ti riposi, leggi un libro, scrivi, prendi il sole, fai una chiacchierata con i tuoi compagni di avventura. In pace.

Ecco qualche foto di due  sabati fa, una bellissima giornata di sole. E questo era lo spettacolo che si poteva ammirare.....


Il Monte Corchia, Alpi Apuane


La Pania della Croce, Alpi Apuane








venerdì 11 febbraio 2011

Toccata e fuga a Londra

Lo scorso 21 gennaio sono stata a Londra. Siamo partite il venerdì sera e siamo tornate la domenica sera (piccolo particolare: ho passato l'intera domenica con la febbre a 39. Ecco perchè vi dico che questo periodo è un pò nero per le mie difese immunitarie). 
Londra è una città fantastica per molti aspetti (a parte il cielo grigio a cui non sono abituata e credo non riuscirei ad abituarmi mai) e lo è anche per l'ampia scelta di locali in cui un vegetariano/vegano può mangiare senza problemi. Noi siamo state a cena da Mildreds. Ecco la foto dell'esterno, tutto azzurro cielo e con due tavoli proprio davanti alle finestre!



Una cosa incredibile, che in Italia non so quando succederà e se mai succederà: abbiamo fatto più di un'ora di fila per cenare in un ristorante vegano/vegetariano!! Si entra, la ragazza chiede il numero di persone, vi dice approssimativamente quanto tempo dovete aspettare perchè si liberi un tavolo e se vi va bene prende il vostro nome, lo appunta su un quaderno e voi aspettate di essere chiamati per mettervi a sedere. Non potete allontanarvi, dovete aspettare lì, ma vi assicuro che ne vale la pena. Per passare il tempo, oltre a sbavare sui piatti che vi scivolano sotto il naso, potete prendere qualcosa al bar. 
Noi eravamo in sei (di cui soltanto io vegan e un'amica vegetariana), abbiamo aspettato circa 50 minuti. Una volta a tavola il servizio è stato veloce e la cameriera molto simpatica e gentile. La scelta è ampia e sul menù, accanto ad ogni portata, c'è una sigla che indica se il piatto è vegan, vegetariano, senza glutine. I prezzi sono nella media, considerando che si tratta del miglior ristorante vegan della città (così dicono) e che la sterlina vince sull'euro! 
Io, che non mi sentivo tanto bene, perchè già l'influenza faceva capolino, mi sono buttata su un'insalatona detox in cui non mancava proprio niente! Verdurine fresche, uvetta, nocciole, semi di girasole, germogli vari.


Mia mamma ha preso un piatto misto, con riso basmati, piselli e crema di zucca.


Un'amica onnivora ha optato per il piatto del giorno (una lasagna vegetariana, con formaggio). Si può prendere ispirazione e togliere il formaggio, no? A lei, che oltretutto è una buongustaia, è piaciuto tantissimo. 


E questi sono i dolci, sempre vegetariani:


Una considerazione: quando siamo insieme a persone che non sono abituate a mangiare naturale o che comunque basano la loro alimentazione su una dieta ricca di proteine animali, è giusto, secondo me, andare incontro ad ogni esigenza. Le mie compagne di viaggio hanno voluto "mangiare come mangio io" e sono stata molto felice di questa cena, perchè è importante dimostrare che la cucina vegan/vegetariana è una cucina saporita, gustosa e golosa. E anche se molti piatti erano vegetariani, non fa niente. L'importante è mandare un messaggio, informare, far capire che esistono realtà diverse da quelle dei fast food o della carne alla brace. Non è cosa da poco.
Spero di tornarci, questa volta in buona salute, per potermi mangiare il vegan gelato fatto in casa che avevano sul menù! Me lo sono perso!







Torta alla crema di nocciole

Eccomi qua, di nuovo a casa influenzata. La terza volta da novembre, la seconda nel giro delle ultime tre settimane. Le mie difese immunitarie molto probabilmente sono sotto zero e appena entro in contatto con un qualche virus, lo faccio subito mio! Nonostante l'echinacea e i fermenti lattici ho avuto di nuovo il maledetto virus grastro-intestinale, con conseguente febbre, perchè non ci facciamo mancare niente. Ovvio. 
Dopo avervi aggiornato sul mio stato di salute (salute?! mmmm.... forse non è proprio la parola giusta da usare....) vi voglio regalare una ricettina dolce, una golosità 100% naturale e vegan. Questa torta l'ho preparata qualche settimana fa in occasione di una cena tra amici. 


Ingredienti per la base:
130 g di farina di kamut bianca biologica
100 g di malto di riso
2 gocce d'olio essenziale di limone
1 cucchiaio d'olio evo
1/2 cucchiaino di lievito istantaneo in polvere
1 pizzico di sale
latte vegetale q.b.

Procedimento:
in una terrina versate la farina, fate la fontana al centro e aggiungete il malto di riso, l'olio essenziale di limone, l'olio evo e il sale. Iniziate a mescolare, avendo cura però di non incorporare tutta la farina. All'inizio potete mescolare con una forchetta, forse è più comodo. A parte, intiepidite un goccio di latte vegetale (veramente poco) e scioglieteci il cucchiaino di lievito. Versate poi nella terrina insieme agli altri ingredienti ed impastate fino ad ottenere una palla compatta. Nel caso vi sembrasse troppo liquida aggiungete della farina q.b.
Questa è una frolla molto buona per i miei gusti, ma che tende a sbriciolarsi molto. Quando la faccio non la stendo con il mattarello per poi metterla nella teglia, ma uso le mani. Prendo la palla di pasta, la metto al centro della teglia e piano piano, con le dita, la stendo su tutta la superficie e sui bordi. 

Ingredienti per la crema:
200 g di farina bianca biologica
1 litro di latte di riso aroma vaniglia
130 g di zucchero di canna bio
4 cucchiai di malto di riso
1 cucchiaino di vaniglia in polvere
1 pizzico di sale
2 cucchiai di crema di nocciole al naturale

Procedimento:
in una pentola capiente, preferibilmente d'acciaio e con il fondo spesso, mettete la farina e versate a filo il latte, mescolando bene con una frusta. Fate attenzione che non si formino grumi. Aggiungete poi  lo zucchero, la vaniglia e il sale. Mettete sul fuoco a fiamma moderata, continuando a mescolare. Dopo una decina di minuti vedrete che la crema inizia ad addensare. Attendete il bollore e quando bolle continuante a mescolare per un paio di minuti. Togliete dalla fiamma. Adesso potete aggiungere gli ultimi ingredienti rimasti: il malto (prima vi consiglio di assaggiare; se è già abbastanza dolce saltate questo passaggio) e la goduriosa crema di nocciole! Mescolate e la crema è pronta!
Versate la crema nella teglia dove avete steso la frolla e infornate a 180° per 40 minuti circa.

Il consiglio: preparate questa torta la mattina per la sera o, ancora meglio, il giorno prima. La crema deve avere il tempo di raffreddare ed addensarsi. Una volta raffreddata, mettetela anche un paio d'ore in frigo e tiratela fuori quando iniziate la cena. 
Per la decorazione io ho usato delle scaglie di cocco e delle mandorle pelate, ma voi potete sbizzarrirvi con altri abbinamenti!

La crema di nocciole che ho usato si trova nei negozi di alimenti naturali e biologici ed è fatta solamente di nocciole, senza zuccheri aggiunti. Evitate di mangiarvi tutto il barattolo, se ci riuscite.... :-)



lunedì 7 febbraio 2011

Crema di riso

La cucina naturale non ha limiti. E quando si fonde con la macrobiotica diventa ancora più interessante e divertente. La scorsa estate, poco prima del mio matrimonio, ci sono venuti a trovare mia cugina e suo marito che da anni seguono la macrobiotica. Sono rimasta così affascinata che ho comprato e studiato i libri più importanti, quelli di George Ohsawa e quelli di Michio Kushi. La macrobiotica non è una dieta, ma una filosofia di vita e non si finisce mai di imparare. Recentemente ho concluso la scuola per cuochi naturali, dove ho approfondito diversi aspetti della filosofia della grande vita. Ne parlerò in un altro post. Adesso voglio mostrarvi una delle ricette base della macrobiotica, semplice, versatile e adatta a tutti!


Premessa: questa crema la possiamo ottenere sia dalla farina di riso macinata preferibilmente al momento, sia dal riso in chicchi, cotto a lungo. Questa versione prevede l'uso della farina di riso.

Ingredienti
una tazza di farina integrale di riso
5 tazze d'acqua
un pizzico di sale
gomasio
salsa di soia shoyu

Procedimento
Innanzitutto usate una pentola piuttosto grande, possibilmente di acciaio inox con il fondo spesso. Macinate la farina, se avete un mulino, oppure acquistate la farina di riso integrale e mettetela nella pentola. Aggiungete l'acqua piano piano, mescolando continuamente con una frusta in modo che non si formino grumi. Mettete poi sul fuoco e fate cuocere, mescolando di continuo, per circa 20 minuti. Aggiungete anche un pizzico di sale. 
Vedrete che ad un certo punto la crema inizierà ad addensare. Quando comincerà a bollire fate cuocere per altri due minuti, sempre mescolando, poi spegnete il fuoco e coprite. La crema di riso è pronta!

Questa crema è una buona base per la prima colazione. Potete fare la versione dolce o la versione salata. In questo caso vi ho mostrato la versione salata, condita con un goccio di shoyu e del gomasio. Se al mattino preferite il dolce, potete mettere del malto di riso come dolcificante, una manciata di granella di nocciole, un pò di uvetta secca..... usate la fantasia, come mi piace sempre dire!
Se ne fate in abbondanza, si conserva per 2-3 giorni in frigorifero e si riscalda al bisogno.

....e per le mamme.....
se avete dei bambini piccoli potete usare questa ricetta per autoprodurvi la famosa cremina di riso che tutti i pediatri consigliano per iniziare lo svezzamento. Il riso infatti è senza glutine e molto digeribile. Consiglio però, nel caso di lattanti in fase di svezzamento, di usare farina di riso bianca o semintegrale (pur sempre biologica), perchè lo stomaco dei bambini così piccoli è molto delicato e non ancora in grado di digerire gli alimenti integrali. 
Non andate in farmacia o al supermercato a comprare i prodotti delle multinazionali, quelle scatole colorate con foto di  bambini felici e sorridenti. Si tratta di prodotti di scarsa qualità, pieni di additivi, conservanti, dolcificanti (sì, c'è anche lo zucchero dentro!!!) ed altro ancora. Sono molto cari e non valgono niente, anzi. Comprate invece un pò di farina biologica: ne guadagnerà la salute dei vostri figli e il vostro portafoglio, il chè non guasta, no? :-)












domenica 6 febbraio 2011

Ma allora cosa mangi?

Quante volte mi sono sentita fare questa domanda! Ma è giusto che sia così. Perchè in una società basata essenzialmente su un'alimentazione che prevede uno smodato uso prima di tutto di carne, poi di latticini e pesce, è normale che le persone si chiedano cosa mangia uno che ha eliminato dalla sua dieta questi prodotti. E noi dobbiamo essere in grado di rispondere, mostrando al nostro interlocutore la varietà di ingredienti che abbiamo a disposizione quotidianamente!
Ma allora, cosa mangia uno che non mangia prodotti animali?
  • cereali, preferibilmente nella loro forma integrale: riso, farro, orzo, miglio, quinoa, grano saraceno, mais, avena, amaranto, kamut....
  • farine, anch'esse integrali e biologiche, con le quali si possono fare il pane, la pizza, le torte salate, la focaccia, i dolci....
  • frutta e verdura di stagione
  • legumi, importante apporto di proteine: lenticchie, ceci, fagioli, piselli, fave, soia...
  • altri alimenti proteici come i derivati della soia (tofu, tempeh) e il seitan
  • frutta secca: nocciole, mandorle, pinoli, noci
  • semi: di zucca, di girasole, di sesamo, di papavero..
  • alghe, importanti fonti di sali minerali e molto utili e versatili in cucina
Questa è la base di un'alimentazione 100% vegetale. Questi alimenti, se assunti nella maniera corretta, ci garantiscono il necessario apporto di tutte le vitamine, i sali minerali, le proteine, i grassi, le fibre, di cui il nostro corpo ha bisogno. E con un panorama così ampio di ingredienti c'è veramente da sbizzarrirsi! La tavola di un vegan è sempre diversa, ricca di fantasia, colorata, buona e, ci tengo a sottolinearlo, deve essere anche genuina. Perchè non è detto che un vegan mangi correttamente. Dobbiamo evitare il più possibile i cibi confezionati, pieni di coloranti, additivi e conservanti; dovremmo ridurre al minimo il consumo di alimenti ricchi di sale (le succulente patatine in busta!); cercare di consumare dolci fatti con olio anzichè margarina vegetale.
Questo non significa essere così rigidi da non concedersi mai uno "sgarro". Ma lo sgarro dovrebbe essere l'eccezione che conferma la regola! 
Oggi a pranzo avevo voglia di qualcosa di fresco. Sarà il sole, sarà che sento già la primavera che arriva: mi sono fatta una bella insalata mista, con carote tritate, mezza mela a fettine e semi di girasole tostati! Il tutto condito con un goccio di salsa di soia shoyu, un pò di aceto di mele e un cucchiaino di acidulato di umeboshi! E ora mi sento sazia ma non appesantita! 

sabato 5 febbraio 2011

Noi siamo quello che mangiamo

Sono stata vegetariana per tanti anni, poi, principalmente per motivi di salute, un bel giorno ho deciso di eliminare completamente le proteine animali. Tutte. Latticini, uova, miele (da vegetariana, avevo già eliminato carne e pesce). L'orticaria che mi faceva compagnia da otto anni e che "curavo" con una pasticca di antistaminico al giorno, dopo pochi mesi è scomparsa. Puf! Magia! Niente più pasticche, niente più prurito, niente più problemi. Tutto risolto cambiando alimentazione. Da qui è nata la mia passione per la cucina naturale, una passione che coltivo ogni giorno leggendo libri e riviste, seguendo corsi, dandomi da fare tra i fornelli! E ogni giorno è una scoperta! Se prima i miei  piatti erano vegan e basta, oggi cerco di fare attenzione alla stagionalità di frutta e verdura, utilizzo cereali integrali, non mangio più zucchero bianco, cerco di variare l'alimentazione in base alle condizioni climatiche e al mio stato psico-fisico. Perchè ho imparato che noi siamo quello che mangiamo e dobbiamo cercare di mangiare quello che, in una data circostanza, in un dato momento, il nostro corpo richiede. Ho imparato che dobbiamo saper ascoltare e riconoscere i segnali che l'organismo ci manda. In questo modo possiamo vivere meglio, più serenamente, e possiamo affrontare con maggiore energia le battaglie quotidiane!




Spaghetti di benvenuto

Questi spaghetti li dedico a tutti quelli che leggeranno queste pagine per curiosità, perchè sono miei amici, per passare il tempo, per avere un'idea per il pranzo o per la cena! Ho pensato che gli spaghetti siano un buon modo all'italiana per salutare chi passerà di qui!















Per questa ricetta ho utilizzato una cosa che solitamente quando si cucina finisce nel bidone dell'organico, cioè quello che io chiamo il "cuore del broccolo", ossia la parte interna, quella più coriacea. In effetti così com'è è piuttosto dura. Allora cosa si fa? Semplicemente si toglie la parte più esterna con il coltello e si utilizza il cuore, più tenero.

Ingredienti:
spaghetti di kamut integrali
il cuore di un broccolo
olio evo
uno spicchio d'aglio
sale
semi di girasole

Procedimento:
come descritto sopra, con il coltello togliete la parte coriacea del "gambo" del broccolo, quella verde scura, e tagliate a dadini o rondelle piuttosto piccole il cuore del broccolo. In una padella, preferibilmente d'acciaio inox con il fondo alto, fate andate a fiamma bassa due cucchiai d'olio evo e uno spicchio d'aglio (questo lo potete lasciare intero e poi togliere a fine cottura, oppure tritare se piace. A me piace!). Dopo un paio di minuti, e comunque prima che l'olio inizi a soffriggere, buttate in padella il broccolo, mettete del sale per far fuoriuscire l'acqua dalla verdura e coprite. Inizialmente fate cuocere a fiamma alta, per dare una bella energia al broccolo, poi, dopo un paio di minuti, abbassate la fiamma e fate andare fino a cottura.  A me piace che la verdura resti croccante, anche perchè una cottura prolungata uccide i vari nutrienti.
Mentre aspettate che il broccolo sia pronto, in un'altra padella tostate i semi di girasole. In che modo? Ecco il procedimento: scaldate la padella, versate i semi di girasole e girate continuamente con un mestolo di legno. Vedrete che, ad un certo punto, i semi inizieranno a cambiare forma, a diventare più tondeggianti. Cambierà anche il loro colore. A questo punto sono pronti. Trasferiteli in una terrina e lasciateli da parte.
Una volta che il broccolo sarà pronto, non vi resta altro da fare che preparare la vostra pasta preferita. Con questo condimento io consiglio una pasta lunga. Ho usato spaghetti di kamut integrali. Lasciate la pasta piuttosto al dente e fatela saltare in padella con il suo condimento. Impiattate  e aggiungete i semi tostati. E ora, buon appetito!!!

martedì 1 febbraio 2011

Cucù!

Bè, insomma, non so da dove partire. Come si inizia un blog? E' un pò come iniziare un libro.... A me succede spesso di leggere le prime venti pagine di un libro, poi arenarmi perchè non mi piace e metterlo nel dimenticatoio.
Non vorrei che succedesse lo stesso con questo blog! Anche perchè penso che un blog sia interessante se viene aggiornato spesso, se si scambiano opinioni con i lettori, se si mettono belle foto e si scrivono cose intelligenti.
Vorrei parlare di cucina, di quello che ho imparato strada facendo, dei libri che ho letto, delle esperienze che ho vissuto e di quelle che mi piacerebbe tanto vivere. Vorrei parlare di alimentazione, sana ma gustosa, bella a vedersi, colorata e completamente priva di sofferenza!
Quindi.... cucù! Eccomi qui. Mi chiamo Laura, ho 29 anni, abito in Toscana e ho tre grandi passioni: la cucina, i viaggi e la montagna! Vegetariana in passato, vegan da tre anni, con una propensione verso tutto ciò che è naturale. Se avrete la pazienza e la curiosità di seguirmi in questa nuova avventura (e ,soprattutto, se io riuscirò a portarla a termine!) vi mostrerò una parte del mio mondo.
Ciao! Anzi, no, cucù!